Grotta Viola Difficoltà: Bassa Profondità max: -14 Luogo:
 

Tre ingressi ed una finestra più piccola permettono l'illuminazione naturale dell'atrio della grotta Viola, caratterizzata dalla presenza di patine di manganese nelle quattro zone subaeree della cavità. Altra caratteristica è la presenza preponderante delle acque sulfuree. È bene quindi (come sempre del resto) non togliere maschera ed erogatore una volta emersi perché il pungente odore di acido solfidrico (uovo marcio), potrebbe causare nausea e mal di testa. Si entra a - 14 mt. e percorso l'atrio dal fondo ciottoloso si ha la visione generale degli ingressi. Si prosegue verso l'interno tenendosi staccati dal fondo che diventa fangoso, fino a raggiungere la parete. Ci troviamo in uno strato di acqua calda (24°) e lattiginosa per la presenza di zolfo colloidale in sospensione. L'atmosfera è irreale e sembra di essere sospesi tra le nuvole. Lungo la parete la bianca peluria delle colonie di solfobatteri e i fori dei litodomi Lithophaga lithophaga, molluschi bivalvi ormai morti a causa della composizione chimica dell'acqua. Una volta emersi ci troviamo nel grande lago principale e subito notiamo il viola intenso del manganese sulla parete. Colonnine, stalattiti, stalagmiti, cannule e formazioni eccentriche impreziosiscono la scena. Qualche metro sopra la nostra testa, il solco di corrosione generato da miscelazione di acque di natura diversa, è indice di un antico livello marino. I fori visti sott'acqua, continuano anche sopra a testimoniare le variazioni della linea di riva. Raggiungiamo poi una sagola completamente priva di incrostazioni che avevo ancorato a pelo d'acqua durante le operazioni di rilevamento della cavità. Riscendendo in parete a -7 mt. notiamo la netta linea di separazione tra la zona sulfurea e la sottostante dove riprende la vita. Anche la differenza di temperatura sottolinea questa divisione. Rimangono da visitare le cupole più piccole dove il viola scuro del manganese appare evidentissimo e le pareti interne dell'atrio ricche di vita. Sulla volta dell'ingresso principale, lo scolmatoio delle acque calde che defluiscono con una certa intensità, trasportando flocculi e facendo ondeggiare i filamenti di solfobatteri. Tratto da: ISSD - Grotte Marine d'Italia - Memorie dell'Istituto Italiano di Speleologia 6 - Serie II Bologna 1994 - A cura di M.Alvisi, P.Colantoni, P.Forti